La manutenzione costituisce uno dei processi più critici per ogni azienda manifatturiera sia per quanto attiene i termini di qualità nell’esecuzione di tale attività che per le condizioni di sicurezza nelle quali viene eseguita. Non di rado gli infortuni più gravi avvengono in occasione di interventi di manutenzione. Recentemente basta ricordare il caso della ditta Lamina a Milano nel quale alcuni operatori morirono durante una manutenzione.
Le norme tecniche hanno già affrontato tale problematica nel corso degli anni ma l’argomento è quasi sempre rimasto tabù. In particolare quando si tratta di interventi di manutenzione eseguiti da ditte esterne.
Al massimo ci si è limitati a qualificare i manutentori elettrici che svolgono attività in tensione secondo la CEI 11-27:2014 (tra le altre molte volte utilizzando solo parzialmente tale norma per identificare i soli PES/PAV).
Le norme UNI 11414:2011 e UNI 15628:2014 (rispettivamente per la qualifica dei processi e per la qualifica degli operatori) danno un approccio organico e strutturato a tale problematica.
Con la prima norma è possibile disporre di un certificato di corretta applicazione del processo di manutenzione secondo UNI 11414:2011 mentre per la seconda ossia UNI 15628:2014 si disporrà del certificato di avvenuta formazione. Sicuramente una linea di difesa di migliore qualità per le imprese artigianali e industriali, soprattutto di medie e grandi dimensioni, in caso di incidenti. La corretta applicazione di tali norme costituisce presunzione di conformità alla norma e quindi una linea di difesa oltre che uno strumento manageriale di lavoro.
Il tutto senza dover far ricorso a particolari discipline di gestione del comportamento del personale che spesso non rendono conto dei risultati ottenuti (e oltretutto sono di difficile applicazione quando la manutenzione è svolta da ditte esterne). L’approccio tecnico permette di ottenere invece un sistema misurabile e funzionale. Vediamo nello specifico.
La norma, aldilà delle canoniche sezioni di rito, si divide essenzialmente in 2 capitoli:
Già dai titoli delle 2 sezioni risulta evidente l’approccio pragmatico utilizzato dalla norma. I risultati sono la conseguenza di una qualifica che deve riguardare:
Ovviamente non prescindendo dalla definizione di indicatori di manutenzione e dal rispetto della legislazione sia in ambito ambientale che sicurezza. Degli aspetti di cui sopra si andranno poi a valutare i risultati, categoria per categoria.
Definiti i processi e messili in sicurezza, rimane fuori solo una variabile ossia il personale. In questo caso ci si appella ad un’altra norma, ossia la UNI 15628:2014. La norma identifica 3 mansioni differenti:
Le 3 figure sono eventuali ossia non tutte obbligatorie e presentano già una struttura gerarchica. Cioè sarà l’organizzazione a decidere di quali dotarsi. Potrebbe anche identificarsi una sovrapposizione ossia un supervisore che è anche responsabile. Per ogni figura la norma chiarisce i seguenti aspetti:
Attenzione! Le 3 classificazioni sopra riportate non necessariamente fanno riferimento alla mansione di Preposto così come definita nel Dlgs 81/08smi.
Premesso che le 2 norme sono indipendenti, secondo noi forniscono una soluzione efficace se utilizzate insieme. In questo modo si realizza un sistema nel quale i processi di corretta manutenzione vengono organizzati e gestiti correttamente… ed infine certificati da un ente di certificazione. Il personale è formato e qualificato secondo le norme. Tra le altre, se l’azienda è certificata secondo gli standard
Le 2 norme sono facilmente integrabili e permettono di dimostrare la corretta gestione dei processi e del personale. Basta inserirle nell’elenco delle norme applicabili e applicate per l’organizzazione ed è fatta. Il rilascio del certificato da parte di un ente di certificazione bypassa ogni eventuale contestazione da parte di auditor sia di clienti che di altri enti di certificazione.
Noi ci occupiamo dei 3 requisiti, ossia
Il tutto per un prezzo pari a 3.200€+iva (non sono inclusi i costi dell’ente di certificazione) per aziende che si trovano nelle province di
Fino a 200 lavoratori (non dipendenti, lavoratori… ossia se ci sono ditte esterne in appalto come le cooperative si contano anche questi lavoratori per essere coerenti con le nuove definizioni di contesto delle norme 9001, 14001 e 45001).
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