Il rischio vibrazioni è uno degli aspetti da analizzare nel DVR per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. In questo articolo approfondiamo le misure di sicurezza più adatte alla gestione del rischio.
Nel Documento di Valutazione dei Rischi, il rischio vibrazione viene analizzato in tutti i casi in cui:
- Vi siano parti di lavorazione e/o attività che comportano l’esposizione per uno o più lavoratori di vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-braccio, saltuariamente o quotidianamente.
- Vi siano parti di lavorazione e/o attività che espongano i lavoratori a vibrazioni meccaniche trasmesse a tutto il corpo, saltuariamente o quotidianamente.
La valutazione del rischio vibrazioni riguarda quindi anche tutte le attività che utilizzino regolarmente attrezzature o macchinari come trattori, carrelli elevatori, martelli pneumatici ma anche trapani, seghe circolari, tagliaerba etc.
L’esposizione a vibrazioni richiede particolare attenzione perché comporta diversi rischi per la salute dei lavoratori, in particolare a carico della schiena e del sistema cardiovascolare. In seguito ad esposizioni prolungate, i lavoratori possono presentare disturbi osteoarticolari, neurologici o muscolari, oltre a lombalgie e possibili lesioni al rachide.
Analizzata la specifica situazione aziendale, è obbligatorio per il datore di lavoro servirsi del DVR per applicare i valori limite di esposizione. Questi valori limite hanno l’obiettivo di prevenire possibili disturbi di salute dei lavoratori.
I valori limite per il rischio vibrazioni
- Per le vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-braccio, il valore limite giornaliero (normalizzato a un turno di 8 ore), è fissato a 5 m/s2. Su periodi brevi è invece alzato a 20 m/s2.
- Nel caso di vibrazioni meccaniche trasmesse a tutto il corpo, il valore limite sulle 8 ore è di 1 m/s2. Per periodi più brevi è fissato a 1,5 m/s2.
Questi valori misurano l’intensità delle vibrazioni mediante un valore di accelerazione (metri per secondo quadrato).
L’entità delle vibrazioni cui sono sottoposti i lavoratori si può calcolare sulla base degli strumenti utilizzati (questi dati sono disponibili nei database ISPELS o nelle schede fornite dal produttore insieme alla singola attrezzatura), ma in caso di dubbi va misura con gli strumenti previsti e per mano di un tecnico specializzato.
Fattori da considerare nell’analisi del rischio
Nell’analizzare il rischio vibrazioni, è obbligatorio per il datore di lavoro tenere conto di:
- Il livello, il tipo e la durata dell’esposizione a vibrazioni cui sono soggetti i lavoratori;
- I valori limite previsti dal Testo Unico;
- Gli eventuali rischi per i lavoratori più sensibili al rischio (ad es. donne in gravidanza, minori, lavoratori affetti da particolari patologie);
- Gli eventuali effetti di interazione tra le vibrazioni presenti sul luogo di lavoro e gli altri fattori di rischio, come rumore etc.
- Eventuali condizioni di lavoro particolari che possono venirsi a creare in azienda (periodi a basse o alte temperature, bagnato o umidità, periodi di lavoro prolungato oltre i regolari turni).
Una volta completata la valutazione completa del rischio, si passa alla sua gestione vera e propria. La prima fase è quella di prevenzione, in cui il datore di lavoro si assicura che non esistano attrezzature o metodi di lavoro alternativi che possano evitare o ridurre l’esposizione dei lavoratori alle vibrazioni meccaniche.
Prevenzione del rischio vibrazioni
Qualora ciò non fosse possibile, il datore di lavoro procede a:
- Organizzare le attività e i turni di lavoro in modo da rispettare i valori limite vigenti e da garantire adeguate pause ai lavoratori.
- Fornire ai lavoratori attrezzature e macchinari conformi alle normative, progettate e realizzate nel rispetto dell’ergonomia di utilizzo e selezionate dal datore di lavoro considerando lo specifico utilizzo che ne verrà fatto in azienda.
- Fornire ai lavoratori i DPI previsti dalla normativa.
- Qualora possibile, fornire ai lavoratori attrezzature eventuali aggiuntive che aiutino a mitigare gli effetti immediati dell’esposizione a vibrazioni, come sedili attenuanti, maniglie o guanti che assorbano parte delle vibrazioni a carico del sistema mano-braccio.
- Formare e informare i lavoratori sulla natura e l’entità del rischio cui sono sottoposti, sull’utilizzo corretto delle attrezzature e dei macchinari, sulle regole di utilizzo dei DPI.
I valori di esposizione vanno costantemente monitorati e il datore di lavoro si occupa di mantenerli entro i limiti previsti.
La valutazione del rischio va ripetuta ogni quattro anni e comunque ogni volta in cui si osservi un aumento del livello di rischio (ad es. per obsolescenza dei macchinari) o vi siano modifiche nell’organizzazione aziendale.
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